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FISIOTERAPIA PER ARTRITE REUMATOIDE A ROMA

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che provoca infiammazione delle articolazioni, in particolare delle mani.

La condizione può rendere difficile svolgere le attività quotidiane, poiché può causare dolore e rigidità articolare. È importante per le persone con artrite reumatoide trovare un modo per gestire il loro dolore e mantenere una buona qualità della vita, anche se ciò significa limitare l’attività fisica o cercare trattamenti medici e fisioterapici.

Nel nostro paese si contano ad oggi oltre 400°000 persone ovvero 1 persona su 250 abitanti, affetti da questa particolare artrite, andando a colpire principalmente il sesso femminile; infatti, ne è colpito il 5% dopo i 55 anni. La patologia può esordire in varie età solitamente, o al termine dell’adolescenza, o tra la quarta e quinta decade di vita. Un secondo picco si può osservare nella fascia d’età compresa tra i 60 anni e i 70 anni. È la malattia sistemica di origine autoimmune più diffusa.

Andando ad approfondire il termine artrite intendiamo una malattia infiammatoria persistente nel tempo, ovvero cronica, la quale è caratterizzata da dolore e infiammazione a livello delle articolazioni e dello scheletro. Si differenzia dall’artrosi che, seppur caratterizzata da dolore accompagnato da rigidità e limitazione dei movimenti, è invece una malattia degenerativa contraddistinta da alterazioni della cartilagine delle articolazioni sinoviali. L’artrosi, inoltre insorge soprattutto dopo i 50 anni e, a volte, può essere associata ad alcune forme di artrite. L’artrite e l’artrosi sono tra le più diffuse malattie reumatiche.

QUALI SONO I SINTOMI DELL’ARTRITE REUMATOIDE?

Principalmente va a colpire le articolazioni sinoviali, causando sinovite, ipertrofia sinoviale e distruzione della cartilagine e riduzione del movimento.

L’artrite reumatoide non presenta una sintomatologia ben precisa essendo una patologia sistemica cronica infiammatoria. Detto ciò però, i pazienti possono manifestare alcuni sintomi che fanno pensare che si tratti di artrite reumatoide. Tra questi possiamo menzionare dolore muscolo-scheletrico, gonfiore, rigidità (principalmente al mattino), sensazione di calore focalizzata sull’articolazione, artralgia (dolore a una o più articolazione), infiammazione e come detto prima riduzione del movimento.

Solitamente l’infiammazione coinvolge simmetricamente il corpo e le articolazioni delle mani, dei polsi e dei piedi; tuttavia, ci sono diverse manifestazioni extra articolari.

Alcuni organi che possono essere coinvolti sono occhi, ghiandole salivari, reni, midollo osseo, cuore, vasi sanguigni, pelle o polmoni. Ad esempio, a livello della pelle possiamo osservare talvolta vasculite (infiammazione dei vasi sanguigni) o ulcere alle gambe. Inoltre possiamo vedere attraverso una revisione sistematica della letteratura eseguita da Masato Ishida , Yuki Kuroiwa , Emiko Yoshida , Masayo Sato , Dominika Krupa , Nathaniel Henry , Kei Ikeda , Yuko Kaneko  che i carichi della malattia si ripercuotono anche nella salute mentale, nella qualità della vita quotidiana, all’attività lavorativa e disabilità funzionale.

Come abbiamo detto l’artrite reumatoide colpisce principalmente le piccole articolazioni (mani, piedi), almeno all’inizio; infatti, la sua cronologia influisce come segue:

• Articolazioni metacarpo-falangea (mani);
• Articolazioni metacarpo-falangea (piedi);
• Polsi;
• Gomiti;
• Spalle;
• Caviglie;
• Ginocchia;
• Anca.

La malattia può comparire in diverse gravità a seconda dello stadio in cui è:

1) si notano macroscopicamente la comparsa di tumefazioni simmetriche, non c’è arrossamento, ci sono sintomi sistemici e noduli reumatoidi. In circolo si rileva aumento degli indici di flogosi (infiammazione) e del fattore

 

reumatoide;

2) si nota flogosi, erosione dell’osso, riassorbimento della cartilagine e la rottura dei tendini;

3) si rilevano deformazioni ossee, lussazioni e fibrosi;

4) si rilevano deformazioni ossee e lussazioni.

COME DIAGNOSTICARE L’ARTRITE REUMATOIDE?

Ad oggi ancora non si ha un test di laboratorio o manuale che possa diagnosticare al 100% l’artrite reumatoide nei pazienti affetti. Tuttavia, esistono alcuni fattori che possono essere da monito.

Infatti, si possono andare a studiare i fattori reumatici che reagiscono con le IgG (immunoglobuline G) e sono presenti in due terzi degli adulti con le IgM (immunoglobuline M). Questi test sono dei test immunologici che reagiscono con il fattore reumatoide dando un aiuto sulla diagnosi.

Anche le analisi del sangue possono aiutarci nell’individuare la malattia grazie ai livelli della VES, PCR e degli anticorpi anti citrullina (CCP) che possono evidenziare la presenza di un’infiammazione in corso. Inoltre, l’artrite reumatoide va presa in considerazione sia se c’è almeno la presenza di un’articolazione con un gonfiore definito che non è meglio spiegato da un’altra malattia, sia se il movimento di una o più articolazioni risulta essere ridotto, sia se è presente una sintomatologia dolorosa.

Per quanto riguarda l’uso della diagnostica per immagini, questa viene usata molto per aiutare nella diagnosi soprattutto alcuni test:

Raggi X (RX);
Risonanza Magnetica (RM);
Tomografia Assiale Computerizzata (TAC);
• Densitometria Ossea;
• Ecografia Articolato;
• Scintigrafia Ossea.

Quest’ultimi ci aiutano anche nella stadiazione più precisa della gravità della malattia nel paziente.

QUALI SONO LE OPZIONI DI TRATTAMENTO PER L’ARTRITE REUMATOIDE?

Molto importante è sapere che non è stata ancora trovata una cura risolutiva per l’artrite reumatoide. Tuttavia, sussistono alcune terapie per curare la malattia andando a ridurre la sua sintomatologia e le ripercussioni nel corpo.

Principalmente esistono 3 trattamenti per l’artrite reumatoide:

1. Trattamento Chirurgico

Le procedute chirurgiche per la terapia dell’artrite reumatoide hanno lo scopo di ripristinare la funzione e il movimento, ridurre il dolore provato dal paziente, correggere e prevenire future deformità. Sebbene, i tempi e le indicazioni per intervenire chirurgicamente sono ancora oggetto di controversia, il dolore continuato e la presenza di sinovite con una durata di 3-6 mesi sono indicazioni per procedere con una terapia chirurgica. L’intervento può essere suddiviso in due diverse procedure: profilattiche e terapeutiche.

La differenza tra le due tipologie di intervento è che negli interventi profilattici si rimuove il tessuto sinoviale (sinoviectomia) o tenosinoviale (tenosinovectomia) con il tentativo di migliorare l’articolarità o di prevenire la rottura del tendine, mentre gli interventi terapeutici si concentrano sul migliorare la funzione, diminuire il dolore in situazioni in cui è già presente distruzione articolare o rottura del tendine; tali procedure includono fusioni articolari e sostituzioni articolari.

2. Trattamento Farmacologico

Come abbiamo già detto prima, il trattamento farmacologico è molto importante come cura in quanto aiuta il paziente nella gestione quotidiana della malattia e dei suoi sintomi.I farmaci che i pazienti devono assumere vengono scelti in base allo stadio della malattia.

Esistono vari farmaci tra cui:

o FANS;
o CORTICOSTEROIDI;
o FARMACI ANTI-REUMATICI ed IMMUNOMODULATORI;
o FARMACI BIOLOGICI.

Analizziamoli un gruppo per volta:

-I FANS possono considerarsi come la terapia di prima linea, ovvero quella dei farmaci antiinfiammatori non steroidei, che sono molto utili nel ridurre in tempi brevi l’infiammazione e l’intensità dei sintomi. Questi farmaci però hanno, a lungo termine, anche degli effetti collaterali più o meno gravi come mal di stomaco, ulcere e sangue nelle feci. Proprio per questo è solito dei medici prescrivere la minima dose efficace, per gli esiti voluti, per il più breve tempo possibile solitamente al bisogno del paziente.

Alcuni FANS utilizzati nella gestione della malattia sono:
– Ibuprofene;
– Naprossene;
– Diclofenac;
– Aspirina Asa (Acido Acetilsalicilico).

I CORTICOSTEROIDI hanno più o meno la stessa finalità dei FANS ma contrastano i sintomi più rapidamente e in misura maggiore rispetto agli altri. Tuttavia, non riescono a prevenire la distruzione articolare e spesso gli effetti positivi si vanno a ridurre con il tempo. Come per i FANS anche questa tipologia di farmaci ha alcuni effetti collaterali, tra cui ipertensione, diabete mellito e gonfiore al viso.

I FARMACI ANTI-REUMATICI ed IMMUNOMODULATORI hanno una funzione diversa cioè quella di bloccare la degenerazione della malattia andando a stimolare il sistema immunitario, con un miglioramento della funzionalità articolare e della qualità di vita.

Alcuni esempi di farmaci sono:
– Metotrexato;
– Sulfasalazina;
– Idrossiclorochina;
– Clorochina.

I FARMACI BIOLOGICI , che sono stati introdotti recentemente, agiscono in maniera più selettiva e specifica. Infatti, vanno a colpire alcune molecole prodotte da cellule del sistema immunitario, le quali vanno a determinare l’infiammazione e le problematiche articolari. Questa tipologia di farmaci è riservata a coloro i quali l’utilizzo dei classici farmaci ha fallito, sempre però escludendo la presenza di malattie infettive latenti.

3. Trattamento Fisioterapico

Come ben sappiamo l’artrite reumatoide non ha ancora una cura precisa però si è visto come la fisioterapia e la riabilitazione continua in pazienti affetti da questa artrite possono portare ad un miglioramento della loro vita quotidiana e alla diminuzione delle difficoltà che possono incontrare.

Infatti, gli obiettivi della fisioterapia nel trattamento dell’artrite reumatoide sono quelli di:
– Prevenire le disabilità;
– Aumentare la corretta capacità funzionale del paziente;
– Alleviare il dolore;
– Educare il paziente.

Sicuramente prima di iniziare la fisioterapia, il professionista sanitario dovrà effettuare alcune prove, tra cui una valutazione funzionale (analisi dell’andatura, attività di vita quotidiana), esaminare l’articolarità delle articolazioni (ROM), un test di forza muscolare, uno studio posturale e un’analisi dell’attività respiratoria.

Per avere una maggiore precisione della valutazione funzionale possono essere usate tre scale di misurazione come:
1) Arthritis Impact Measurement Scale I and II (scala di misurazione dell’impatto dell’artrite I e II);
2) Health Assessment Questionnaire (questionario di valutazione della salute);
3) Functional Independence Measure (misura di indipendenza funzionale).

Quindi una volta valutato attentamente il paziente si può impostare un programma di riabilitazione. Le tecniche usate in fisioterapia per il trattamento dell’artrite reumatoide sono molteplici, analizziamole una per una:

a) Applicazione caldo/freddo: l’applicazione del freddo viene utilizzata principalmente negli stadi più acuti della malattia mentre il caldo negli stadi cronici di artrite reumatoide. Grazie al calore si ottiene analgesia, si allevia lo spasmo muscolare e si ottiene elasticità delle strutture periarticolari. Le modalità di applicazioni del caldo sono varie, o attraverso l’infrarosso o impacco caldo superficiale, consigliate un numero di volte che va due a tre al giorno per 10/20 minuti. Invece, il freddo può essere usato nelle situazioni più attive o attraverso il ghiaccio o con la crioterapia.

b) Stimolazioni elettriche: si è visto come l’utilizzo della TENS (stimolazione nervosa elettrica transcutanea) riesce ad alleviare il dolore, aumenta la forza di presa della mano. Solitamente viene suggerita un’applicazione quotidiana per un periodo di 3 settimane.

c) Massoterapia: si è visto come questo trattamento di riabilitazione porta al miglioramento della flessibilità, migliora il benessere generale e può aiutare a ridurre sia il gonfiore che il dolore delle articolazioni in stato infiammatorio.

d) Esercizio Terapeutico: Esercizi di rinforzo muscolare, stretching, esercizi di mobilizzazione attiva/passiva delle articolazioni all’interno del ROM (range of motion) ed esercizi legati all’attività di vita quotidiana sono utilizzati come componenti della terapia di riabilitazione per l’artrite reumatoide.

Inoltre, i pazienti affetti da artrite reumatoide dovrebbero evitare attività come salire le scale, sollevare pesi o lavori pesanti per non stressare eccessivamente i tendini e i legamenti. Infine nella fase cronica sono consigliati esercizi come il nuoto, la camminata e il ciclismo con adeguati periodi di riposo per aumentare la resistenza muscolare, la capacità aerobica per migliorare le attività del paziente in generale e ridurre i dolori articolari.

QUALI SONO GLI ESERCIZI E GLI ACCORGIMENTI PER L’ARTRITE REUMATOIDE?
Per questa forma di artrite posso consigliare alcuni esercizi che il paziente può facilmente svolgere a casa. La finalità è sempre quella di ridurre il più possibile i dolori articolari di cui il paziente soffre. In primis consiglio esercizi di rinforzo e di allungamento muscolare come ad esempio per quanto riguarda dolori alle mani possiamo impugnare una pallina di spugna e stringerla con forza per poi aprire la mano lentamente in modo da rinforzare tutti i muscoli dell’avambraccio. Inoltre, per allungare la schiena e la catena posteriore consiglio la posizione a squadra con la schiena poggiata a terra e le gambe tese il più possibile poggiate sul muro. Possiamo suggerire anche di effettuare sport o attività come il nuoto, la ginnastica in acqua e camminare, sempre rispettando sia il dolore provato che la fatica sentita durante lo svolgimento. Per quanto riguarda invece dei piccoli accorgimenti suggerirei di evitare per troppo tempo una posizione sedentaria, nel caso si eseguisse un lavoro sedentario (impiegato) bisogna prenderci del tempo per muoverci un poco anche a lavoro in modo da non prolungare una posizione. Alcuni movimenti o attività avranno una difficoltà maggiore rispetto al passato causata proprio dall’artrite per questo si dovrà riprogrammarli con criteri più ergonomici affinché non ci sia un sovraccarico delle articolazioni dolenti.
Per maggiori informazioni potete contattarci per prendere un appuntamento con i nostri medici e valutare la Vostra situazione.

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