Tutti noi abbiamo sofferto, prima o poi, di lombalgia, ovvero di mal di schiena. Qualcuno poi ha forse anche patito i lancinanti dolori della più temibile forma di lombalgia: quella acuta, nota anche col pittoresco nome di “colpo della strega”. Come abbiamo scritto non si tratta di un problema di poche persone, bensì di una percentuale che va dal 40% all’80% degli abitanti del mondo intero! Ovviamente le statistiche divergono notevolmente ma non è un’esagerazione affermare che almeno una persona su due ha sofferto, nel corso della propria vita, di lombalgie più o meno invalidanti. Questa patologia non va considerata esclusivamente dal punto di vista medico ma anche da quello socioeconomico. Si è calcolato che circa il 5-6% delle visite mediche di base riguardi le lombalgie e che in molti casi esse impediscano una normale prosecuzione dell’attività lavorativa, soprattutto di quella meramente fisica. Ma come nasce il problema della lombalgia?
Le cause della lombalgia
Le cause della lombalgia sono numerose, alcune delle quali dipendono dalle cattive abitudini di postura. Si tratta di abitudini spesso prese fin da ragazzi e purtroppo mai corrette nel tempo. Vi ricordate quando nonni e genitori vi invitavano a stare “dritti con la schiena”? Bene, avevano ragione! Gli esperti ricordano infatti che la posizione seduta, se eccessivamente rilassata, rischia di non mantenere la lordosi lombare fisiologica (cioè quella naturale del corpo), esasperandola. Se la colonna lombare si sposta verso la cifosi (ovvero la curvatura eccessiva causati dal “non stare ben dritti” da seduti) la pressione interdiscale aumenta e, a lungo andare, causa dei mal di schiena sempre più intensi, fino a risultare a volte insopportabili.
Un altro problema di cui il metodo McKenzie si occupa è la cervicalgia, ossia il dolore ai muscoli cervicali o più generalmente al collo. Nel caso della cervicalgia la principale imputata non è solo la posizione da seduti in quanto conta molto anche quella assunta durante il cammino e durante la notte. I tipici problemi della cervicalgia compaiono quando, camminando, si tiene il collo troppo flesso in avanti e quando nel corso della notte si dorme con un cuscino troppo spesso o troppo sottile, che non segue la curvatura fisiologica del collo. Il problema del cuscino è particolarmente accentuato se si dorme di fianco, come fa una buona parte della popolazione italiana.
Come funziona il metodo McKenzie?
La prima caratteristica del metodo McKenzie è che esso non prevede alcuna operazione chirurgica né l’uso di strumenti sofisticati. È quindi un metodo assolutamente non invasivo ed economicamente praticamente gratuito. Il metodo si basa su delle posture corrette della schiena e del collo, posture che vanno mantenute ovviamente prestando la massima attenzione. Ad esse si uniscono degli esercizi specifici finalizzati a riportare la colonna vertebrale alla sua posizione naturale, rendendo quindi il cammino, la seduta ed il riposo finalmente prive di dolori, forti od appena accennati che siano.
Quando una persona soffre di lombalgia o di cervicalgia dovrà innanzitutto recarsi da un medico specializzato nel metodo McKenzie. Il medico, dopo aver visitato con cura il paziente (e dopo aver quindi “valutato il caso clinico”, come si dice in linguaggio medico) preparerà una serie di esercizi su misura per il paziente in base alla sua età, peso corporeo e ovviamente a seconda del tipo di patologia di cui soffre.
Le possibili cause della lombalgia
Come molti metodi di cura l’approccio McKenzie inizia con una precisa valutazione della situazione del paziente. Fondamentale è ovviamente l’anamnesi dello stesso; per questa ragione se soffrite di dolori alla schiena dovreste cercare di annotare con maggior precisione possibile il momento in cui essi compaiono e l’intensità degli stessi nel corso della giornata. Tutti questi dati andrebbero riportati su un quaderno che verrà poi consegnato al vostro medico esperto di metodologia McKenzie. Dopo aver controllato i vostri dati lo specialista vi sottoporrà ad una serie precisa di movimenti-test, grazie ai quali si potrà inserire il paziente all’interno di una precisa casistica che comprende 3 diverse sindromi:
· Lombalgia da postura: si tratta di una tipica deformazione meccanica causata da delle tensioni posturale di lunga durata. In sostanza l’errore che viene compiuto dal paziente è di mantenere a lungo delle posizioni sbagliate. La sensazione di dolore nella lombalgia da postura compare dopo circa 20 o 30 minuti di carico prolungato sul muscolo. Mentre si cammina il dolore non viene avvertito ma ricompare puntualmente nel momento in cui si utilizza attivamente i muscoli della schiena per più di 15 minuti. Il trattamento è fortunatamente molto semplice: si educa il paziente a mantenere una postura corretta e lo si spinge a condurre uno stile di vita più sano ed attivo. In alcuni casi può essere anche prescritta una dieta, soprattutto nel caso di forte sovrappeso.
Ciò che rende originale il metodo McKenzie è l’interazione fra medico e paziente e la scoperta comune del metodo migliore per curare quest’ultimo. Tramite le sue precise domande il medico opera una sorta di “maieutica fisica” sul paziente, facendo letteralmente uscire fuori la verità dalle sensazioni e dalle impressioni fisiche del paziente.
“Come stai seduto normalmente? Prova a farmelo vedere”. Questa è una tipica domanda che un esperto di metodo McKenzie potrebbe porgere al suo paziente. Come sappiamo la nostra colonna lombare non è perfettamente diritta, bensì concava, una posizione detta di lordosi. La lordosi non è necessariamente un difetto: essa infatti esiste in modo naturale nel nostro corpo ed ha l’importante compito di ripartire le sollecitazioni sulle varie strutture che compongono la colonna vertebrale. Questa posizione fisiologica della schiena, la lordosi naturale, è particolarmente difficile da mantenere quando ci si siede. Da qui scaturisce la seconda domanda: “come stai seduto? Sei sicuro che la tua posizione sia corretta?”
Molto spesso infatti le persone tendono a non sedersi correttamente sulle sedie: le natiche sono proiettate in avanti e determinano uno squilibrio nella posizione della schiena, che non risulta aderente allo schienale Potremmo dire che in questo caso la naturale lordosi della schiena “va a farsi benedire”. Cosa fare quindi? Il metodo McKenzie è molto pragmatico ed al di là della semplice ginnastica e di un blando invito al paziente a fare attenzione quando si siede, consiglia l’uso di uno strumento preciso, detto rotolo lombare McKenzie. Si tratta di un rotolo che si è soliti posizionare all’incirca all’altezza della vita, grazie al quale la posizione fisiologica viene mantenuta naturalmente, senza sforzo o concentrazione alcuna.
Cosa fare però quando lo schienale non c’è? In questo caso non si potranno utilizzare degli strumenti di alcun tipo se non la propria attenzione alla postura. Avete presente la ginnastica propriocettiva? Si tratta di una ginnastica che insegna ad avere una percezione chiara del proprio corpo nello spazio. Il metodo McKenzie può insegnare gli stessi principi, anche se si focalizza nell’applicazione finalizzata al benessere della schiena. Eseguendo gli esercizi di questo metodo si riuscirà ad assumere quasi naturalmente (cioè con un minimo sforzo) una postura corretta in ogni seduta, qualsiasi sia lo sgabello o la sedia sulla quale si riposerà.
· Lombalgia da derangement: Si tratta della sindrome più frequente, quella di cui più probabilmente il paziente potrebbe soffrire. È causata da uno spostamento interno del tessuto articolare e provoca un dolore molto intenso, a volte costante a volte intermittente.
I sintomi variano molto da persona a persona e da momento a momento, rendendo più difficile l’individuazione della lombalgia da derangement, che spesso tende ad essere confusa con altre patologie. Sebbene questa lombalgia abbia una fenomenologia molto varia quasi sempre si riscontrano cifosi, lordosi e riduzioni dell’arco di movimento. Il metodo McKenzie suggerisce di individuare i movimenti che riescono a ridurre i sintomi e di ripeterli tutti i giorni. A ciò si aggiungerà un’educazione al movimento, in modo che tutti i movimenti “sbagliati” siano un po’ alla volta eliminati.
· Lombalgia da disfunzione: essa nasce da traumi precedenti e da processi degenerativi che causano aderenze, cicatrici e riparazioni parziali. Il dolore per fortuna non è continuo e compare solo alla fine dei movimenti. In sostanza finché il paziente non muove in modo intenso la parte lesa i dolori saranno ridotti al minimo o completamente assenti.
Il trattamento McKenzie si baserà su degli esercizi specifici finalizzati a stimolare il tessuto infortunato e a rimodellare tutte le strutture coinvolte nel movimento. Il risultato sarà un completo recupero della funzionalità.
Concludiamo questo articolo ricordando che fin’ora abbiamo elencato solo alcuni elementi del metodo di McKenzie; si tratta di una metodologia di cura molto più completa di quanto si possa percepire leggendo queste poche righe. Ciò che però lo contraddistingue, la sua vera forza, è la sua notevole semplicità di apprendimento ed esecuzione, cosa che lo rende adatto a tutte le persone di tutte le età, il cui denominatore comune è la volontà di liberarsi di quei dolorosi e invalidanti dolori alla schiena.